Cappella Sansevero – Cristo Velato
La Cappella Sansevero è di sicuro uno tra i più famosi ed importanti musei napoletani. La chiesa, oggi sconsacrata, è attigua al palazzo di famiglia dei principi di Sansevero, che vi accedevano privatamente tramite un ponte sospeso che non esiste più. Ammireremo insieme la Pudicizia di Antonio Corradini, il Disinganno di Francesco Queirolo ed uno dei capolavori più noti e suggestivi al mondo, il Cristo velato di Giuseppe Sanmartino. Sul volto e sul corpo di Gesù scorgeremo i segni delle torture che gli furono inflitte: la ferita del costato, i piedi e le mani trapassati dai chiodi e i lineamenti provati dalla sofferenza. Un’opera talmente bella ed affascinante che Antonio Canova dichiarò che, pur di appropriarsene, avrebbe rinunciato anche a dieci anni della sua vita. Posta proprio al centro della Cappella, la scultura è famosissima per il mistero legato al velo marmoreo che quasi si adagia sul Cristo in modo talmente realistico da far nascere la leggenda che fosse in realtà un vero e proprio tessuto, trasformato in marmo grazie ad uno speciale liquido inventato dal sinistro ed illustre Principe di Sansevero. La particolarità della Cappella, un vero e proprio gioiello, risiede infatti nel contrasto tra l’essere stata concepita come luogo di culto e l’essere diventata poi un vero e proprio tempio massonico carico di simbologie che riflette il genio e il carisma di Raimondo di Sangro, settimo principe di Sansevero, committente e allo stesso tempo ideatore dell’apparato artistico settecentesco e delle numerose inusuali opere di pregiata fattura che vi sono custodite. Ciò che ha reso più famoso il Principe e che ha contribuito maggiormente alla sua fama sinistra si trova in un locale annesso alla Cappella, a cui si accede scendendo tramite una scala prima di uscire dal complesso. Sono le famose Macchine Anatomiche, due scheletri umani, uno maschile ed uno femminile, rivestiti dell’intera rete venosa ed arteriosa riprodotta con dettagli troppo precisi per le conoscenze anatomiche dell’epoca.
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