Il Vesuvio e le sue Eruzioni
Storie da un Vulcano…
79 d.C.
Il nostro appuntamento è degli eventi più importanti e tragici della storia antica d’Italia e della nostra Regione: l’Eruzione Vesuviana del 79 d.C. Fino a qualche anno fa, la fonte autorevole più affidabile restava le lettere di Plinio il Giovane. In questi scritti, raccontò la tragedia dell’eruzione sia dal suo punto di vista che da quello dello zio, che morì proprio durante questo drammatico evento. Si è sempre collocata l’eruzione nel giorno 24 agosto, ma numerosissimi risultati scientifici hanno spostato la data al 24 ottobre. Com’è stato possibile esserne certi? Indubbiamente grazie al perfetto stato di conservazione di alcuni oggetti. È Il grande miracolo che ci permette ad oggi di camminare nella storia di Pompei, Ercolano e delle altre città colpite dall’eruzione è proprio questo. Ogni forma di vita fu praticamente distrutta dal surge piroclastico e piogge di cenere e lapilli hanno sepolto le città conservandole per sempre.
472 d.C.
Non solo 79 d.C.! Ci sono state tante altre eruzioni famose come quella del 472 d.C., anche detta “di Pollena Trocchia“. Il nostro CEO, Raffaele, è originario di questa località alle falde del Vesuvio, ed ha lavorato come archeologo ad un progetto chiamato apolline project. Quest’eruzione ebbe una forza tale, da coprire di polveri e cenere ancora moltissimo da portare l’intera Europa, fino ai suoi confini merdiorientali. Anche se Pompei ed Ercolano restano gli esempi più famosi, la zona vesuviana conserva ancora tesori nascosti che meritano di essere scoperti! Tra tutti, gli ambienti termali, probabilmente appartenuti ad una villa. Al suo interno, sono stati riconosciuti anche i resti di due bambini, forse gemelli e morti a causa della stessa malattia. Le grandi campagne di scavo borboniche, però, dimostrano che questa zona fosse già conosciuta: alcuni materiali della villa furono oggetto di spolio, e riutilizzati per una parte del…. Il Real Teatro di San Carlo!
1631
Napoli era capitale del Viceregno spagnolo: una città dinamica e affollatissima. Questa vitalità iniziò a compromettersi proprio a partire dal dicembre del 1631: dopo cinque secoli di quiescenza, numerose avvisaglie precedettero quest’altra grandissima eruzione. I giorni precedenti, terremoti e lacerazioni del suolo anticiparono ciò che si verificò la mattina del 16 dicembre: si aprì una frattura nel fianco del vulcano, da cui fuoriusciva una colonna di fango e lava, che addirittura raggiunse le città distanti quasi 20 chilometri. Anche in questo caso, si aggiunsero numerosi fenomeni esplosivi: cenere e gas ricoprirono il cielo per giorni. Ancora oggi, i napoletani ricordano questo lontano 16 dicembre: ogni anno, si celebra anche in questa data il miracolo di San Gennaro. Si dice, infatti, che solo la sua statua seppe fermare l’eruzione, e porre ancora una volta fine alle sofferenze del popolo napoletano.🌋
1944
Concludiamo il nostro racconto delle eruzioni vesuviane che hanno segnato la storia con l’utimo evento eruttivo, straordinariamente vicino a noi. Era il 18 marzo del 1944: le truppe anglo-americane avevano già fatto il loro ingresso in città, la Seconda Guerra Mondiale non si era ancora conclusa. Ancora una volta si assistette alla forza della natura che prendeva il sopravvento: forti colate laviche coinvolsero e un’ampia nube di veneri e flussi piroclastico coinvolsero tutti i paesi dell’area vesuviana. Alcune zone furono evacuate per intero, altre subirono danni. La città di Napoli fu risparmiata grazie all’azione favorevole dei venti, che spazzò via la nube di cenere. I soldati americani, in tempo reale, vivevano con incredulità questo evento. Da quel momento, il Vesuvio versa in uno stato di quiescenza: è tornato ad essere lo sfondo migliore delle nostre passeggiate.