Napoli Sotterranea
Il sottosuolo di Napoli è attraversato da una grande rete di cunicoli, gallerie, acquedotti e spazi scavati ed utilizzati dall’uomo durante la storia della città sin da diversi secoli avanti Cristo fino a pochi anni dopo la fine del secondo conflitto mondiale, ed ancora oggi, almeno in parte, visitabili. Vi sono diversi percorsi per poter accedere alla rete di ambienti sotterranei e agli ex ricoveri antiaerei. È visibile uno di questi rifugi, in cui si alternano tra cisterne e cave, cunicoli e pozzi, resti del periodo greco-romano e catacombe, ed i passaggi che collegano svariati punti della città anche distanti chilometri sono innumerevoli a Piazza San Gaetano dove è visitabile l’acquedotto greco-romano, e il rifugio di via Sant’Anna di Palazzo, a Chiaia. Gli speleologi continuano a studiare ed ispezionare le cavità e i cunicoli che riaffiorano in occasione di sprofondamenti e/o crolli ed inserirle nel cosiddetto censimento delle cavità cittadine. Le cavità vennero realizzate per vari scopi, a seconda dei luoghi e dei periodi storici, tuttavia furono diversi i loro utilizzi secondari e successivi, che ne segnano fasi di pieno utilizzo e di dismissione che si sono susseguite nella storia.
Sono noti ad oggi 900’000 m2 di cavità sotterranee sotto la città di Napoli, di cui solo due sono di origine naturale.
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