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La storia degli scavi dell’area Vesuviana

L’inizio: Carlo di Borbone

Quando e come Pompei è stata scoperta? Gli scavi ebbero inizio nel 1748, durante il regno di Carlo di Borbone, Re delle Due Sicilie, con l’intento prevalente di conferire prestigio alla casa reale. La ricerca archeologica era generalmente intesa come mero strumento operativo del collezionismo e, in quanto tale, passatempo di ricchi nobili. Purtroppo questo ovviamente portò ad un risultato sociale negativo: i tesori restavano a discrezione solo di pochi. Re Carlo, da sempre sovrano illuminato, pensò quindi di sistematizzare gli scavi e le scoperte portate alla luce: l’Accademia Ercolanense servì proprio ad esporre ed illustrare scientificamente i reperti, mentre si decise di procedere per nuclei compatti della città. Nel 1763 si avviò il primo vero scavo open air: il percorso di visita si presentava tremendamente inagevole, perchè tra un’area di scavo ed un’altra c’erano enormi cumuli di terra. Il permesso di visita veniva rilasciato dal re: ai visitatori era impedito di realizzare schizzi, per mantenere inedite le grandi scoperte in corso. Ma dal 1799 la storia di Napoli e dell’intero Regno assunse un nuovo volto…

 

 

1799

Anche la storia di Pompei passa attraverso le numerose dominazioni che si avvincendarono sulla nostra città. Nel gennaio 1799 le truppe francesi del Generale Championnet, misero in fuga Ferdinando IV e proclamarono la cosiddetta “Repubblica Napoletana”. Championnet si dimostrò uomo colto e consapevole, riuscendo a far proseguire velocemente gli scavi di Pompei: oggi una delle ville da visitare porta proprio il suo nome! La grande impennata della campagna di scavo si ebbe dal 1806: Gioacchino Murat, re di Napoli durante il decennio francese, e sua moglie Carolina Bonaparte diedero il maggior apporto di sempre ai lavori di scavo su Pompei. Purtroppo, ancora una volta gli eventi politici reduci dalla Restaurazione del 1815 determinarono una nuova lentezza nei lavori di scavo: solo con l’Unità d’Italia nel 1861 le attività ripresero con nuovi orientamenti. Il radicale cambiamento fu dovuto anche alla felice scelta di affidare la direzione a Giuseppe Fiorelli, che intraprese l’incarico con un rigore sistematico ed una chiarezza di intenti totalmente nuovi: la modernità al servizio dell’antichità.

 

 

 

Ventesimo secolo

L’inizio del 900 vide un rapido avvicendarsi nella direzione degli scavi di Pompei. Nel 1911 fu incaricato Vittorio Spinazzola. Il suo metodo risultò assolutamente innovativo: convinto che le indagini archeologiche precedenti avevano spesso danneggiato alcuni edifici, privandoli del piano superiore quando esistente, propose così di lavorare dall’alto verso il basso. In questo modo, riuscì innanzitutto a lasciare intatta la natura di alcuni edifici, ma soprattutto a mettere in risalto la natura vivacemente commerciale dell’antica Pompei, riuscendo a liberare Via dell’Abbondanza. Il suo successore, Amedeo Maiuri, raccolse la sua eredità. Fu direttore degli scavi dal 1924 alla sua morte, nel 1963, il periodo senza dubbio più ricco di sempre: dalle intuizioni precedenti, Maiuri lavorò tutta la vita per mettere in luce la grande umanità di Pompei, in quanto nucleo urbano attivo e a tratti vicinissimo alle nostre città moderne. Portò a termine i grandi restauri post-bellici e liberò le mura dal terreno accumulato durante i secoli, definendo finalmente il vero circuito della città. 🏛️

 

 

Oggi

Il racconto dei lavori di scavo condotti nella città antica di Pompei serve a dare innanzitutto la giusta importanza alla ricerca scientifica. Il rispetto della fragilità del passato garantito dal giusto metodo ci ha lasciato una grandissima eredità: la profonda conoscenza della storia, nella quale abbiamo la fortuna di passeggiare. Eppure Pompei non smette, ancora oggi, di riservarci meravigliose sorprese: il “Grande Progetto Pompei” nasce nel 2011, ed ha inteso rafforzare l’efficacia delle azioni e degli interventi di tutela nell’area archeologica di Pompei mediante l’elaborazione di un programma straordinario ed urgente di interventi conservativi, di prevenzione, manutenzione e restauro. Il nostro immenso patrimonio rappresenta il nostro passato, presente e futuro: la sua cura e il suo rispetto sono i motori che ci spingono ad aggiornarci sempre, a studiare per risolvere le nostre incertezze e a condurre il nostro lavoro nel modo più intenso e professionale che conosciamo!🔍

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