I Castelli di Napoli
I Castelli di Napoli
Sapevi che a Napoli ci sono ben cinque castelli? Vieni a scoprirli con noi!
Castel dell’Ovo
Elemento caratteristico del panorama sul lungomare della città, ha conservato in parte il suo aspetto originario.
Il suo nome deriva da una leggenda: si dice che Virgilio, il grande poeta latino, avesse nascosto nelle segrete del castello un uovo magico, capace di mantenere in piedi l’intera struttura.
Al di là della sua misteriosa storia, ha assunto un ruolo molto importante nella storia della città: tra tutti, pare abbia accolto l’ultimo imperatore dell’Impero Romano – Romolo Augustolo.
Il suo aspetto imponente è stato sempre oggetto delle attenzioni dei re delle dinastie napoletani, fino a diventare ai nostri giorni un simbolo della nostra città.
Il sole calante sul castello donerà poesia alle vostre passeggiate sul meraviglioso lungomare di Napoli!
Castelnuovo – Maschio Angioino
Al centro di Napoli, si erge imponente e maestoso il Castel Nuovo, da tanti conosciuto come Maschio Angioino.
E’ universalmente il simbolo della nostra città, oltre a racchiudere moltissime fasi della storia napoletana – sia antica che recente.
Carlo I d’Angiò fu molto incisivo nell’attuare una serie di trasformazioni: la città fu resa monumentale a tutti gli effetti. Promosse quindi la creazione della sua residenza reale, austera all’esterno e molto ricca all’interno: era esattamente lo specchio della corte medievale.
Nel 1442, quando invece Alfonso d’Aragona fece il suo ingresso in città, tutto fu trasformato in chiave rinascimentale: la modifica più vistosa fu proprio l’installazione dell’Arco Trionfale, stretto tra i due torrioni dell’ingresso.
Mentre durante il periodo Vicereale spagnolo, Castelnuovo fu relegato a mera fortezza militare, in tempi moderni ha occupato di nuovo una posizione culturale importantissima: oltre ad ospitare il museo civico della città, è sede anche della Società Napoletana di Storia Patria e del Comitato per la Storia del Risorgimento Italiano.
Castel Sant’Elmo
Osservando il punto più alto della collina del Vomero, le imponenti mura di tufo che emergono delineano il perimetro di Castel Sant’Elmo. Antichissimo, fondato in epoca medievale, ospitò il re Roberto d’Angiò e la sua corte: fu dotato di una cappella palatina intitolata a Sant’Erasmo, poi contratto il Ermo e infine Elmo – da qui il suo nome.
Fu, però, durante il Viceregno di Don Pedro da Toledo che Castel Sant’Elmo conobbe un nuovo e spettacolare aspetto: dall’alto, infatti, è ben visibile la sua raffinatissima pianta stellare, che lo rende anche la fortezza più ampia di tutta la città.
Nei secoli a venire, anche in questo caso il suo utilizzo fu meramente militare; solo nel 1982 fu inserito tra i siti d’interesse storico e culturale di Napoli: da allora è adibito a museo di arte contemporanea ed è un importantissimo polo culturale.
La sua posizione è sempre stata il suo punto di forza: in passato, perfetta per gli avvistamenti bellici; oggi, regala a tutti la vista più bella sull’intera città.
Castel Capuano
Castel Capuano prende il suo nome dalla vicina Porta Capuana, che apriva alla strada che conduceva verso l’antica Capua.
Il suo aspetto è sempre stato austero e solenne, oltre a presentarsi maestoso in una zona di Napoli fittissima di strette strade, piccole case e botteghe.
Il suo ruolo di sede regia mutò proprio dopo la costruzione di Castel Nuovo – Maschio Angioino: fu destinato così ad ospitare il Palazzo di Giustizia.
Fu il Vicerè Don Pedro da Toledo a riunire tutti i tribunali locali sparsi sul territorio in un unico edifico: fece eliminare tutti gli elementi tipicamente militari, per destinare le sale all’amministrazione della giustizia e i sotterranei alle prigioni. Alcune sale, come la Camera della Sommaria, riescono ancora a raccontare il grande prestigio della classe forense napoletana.
Per tutti i Napoletani è il “Tribunale vecchio”, punto di riferimento che ha ribattezzato l’antico Decumano Maggiore: via dei Tribunali.
Castello Aselmeyer
E’ il Castello più “giovane” di tutta Napoli: fu progettato, infatti, nei primi anni del 1900 dall’architetto Anglo-napoletano Lamont Young, quando si decretò la sistemazione di questa nuova zona della città.
L’edificio, poi acquistato dal banchiere Carlo Aselmeyer, è il miglior esempio di architettura neogotica inglese in città: gli affascinanti archi ogivali e le svettanti merlature sono un chiaro omaggio al Medioevo, mentre l’esterno è completamente ricoperto da bugne in pietra vesuviana.
Lamont Young firmò molti progetti a Napoli, sia di opere private che urbane: si sentì talmente legato alla nostra città, che decise poi di trasferirsi sull’isolotto della Gaiola, oggi area marina protetta del Golfo di Napoli.